Impatto del trauma sull’integrazione neurale, il ruolo della relazione

Venerdi 19.09.14 presso l’hotel Ergife di Roma è cominciato il convegno internazionale
“Attaccamento e trauma” organizzato dall’Istituto di Scienze Cognitive.

Il primo illustre ospite, il professor D.J Siegel ha aperto il congresso con un intervento
dedicato alla natura dell’integrazione neurale e all’impatto che il trauma ha sui circuiti
integrativi cerebrali.

Secondo le ricerche effettuate da Siegel le varie tipologie di trauma, in specifico quelle
legate al non riconoscimento e in generale gli abusi, generano un inequivocabile
ostacolo allo sviluppo dei principali circuiti integrativi cerebrali: ippocampo, regioni
prefrontali e corpo calloso. Tali fibre dalla funzione integrativa sono all’origine della salute
mentale, promuovendo coordinazione ed equilibrio interno necessari per raggiungere
l’autoregolazione e lo sviluppo adattivo e flessibile di: attenzione, emozione, pensiero,
comportamento e relazionalità.

Siegel ha definito la mente come un processo di autoregolazione, una relazione integrata
che regola il flusso di informazione interno e tra interno ed esteno. Infatti la mente è un
processo nella persona ma anche tra le persone, è dotata di ricorsività, cioè la mente
forgia se stessa in modo assoluto in un azione continua che si svolge all’interno e tra le
persone.

La mente sana è un processo che riduce la complessità del Creato per creare armonia tra
infiniti elementi. La chiave è l’armonia, paragonabile ad un fiume che scorre tra due rive.
Allora cosa ci blocca? la rigidità, perché qualcosa che è prevedibile ha poche scelte e non
cambia, e il caos che spinge l’uomo a percepirsi singolo e scollegato da tutto.
Caos e rigidità sono come le rive di quel fiume di informazioni, la mente che si ferma su
queste rive blocca il suo scorrere e fluire nella vita.
Il trauma agisce negativamente su ciascuna delle funzioni regolatrici inibendo la funzione
base della mente che è l’integrazione, il trauma promuove caos e rigidità.

Diversamente l’Integrazione è un processo duplice fatto di differenziazione e connessione
che si fluiscono in modo equilibrato e armonico.
Nell’integrazione il sistema uomo – mente e corpo – è flessibile adattivo, coerente,
energizzato e stabile. Per Siegel nell’uomo esistono cinque aree integrate che devono
funzionare insieme:

1) Il mondo sociale
2) Il mondo Somatico
3) Il tronco dell’encefalo
4) L’area limbica
5) la neocorteccia

Durante lo sviluppo, nella fase dell’attaccamento, il care giver deve promuovere una
comunicazione affettiva e funzionale che permetta la sintonizzazione tra lui e il bambino.
Questo favorisce la realizzazione di una relazione integrata che permette lo sviluppo di
fibre nervose e sinapsi collegando e integrando le varie arre del cervello.
La relazione integrata favorisce attaccamenti sicuri e si compone dei due momenti:
differenziazione e collegamento.
Negli attaccamenti insicuri qualcosa blocca la differenziazione o l’integrazione, tutte le
ricerche sostengono che la comunicazione integrata genera integrazione strutturale nel
cervello che si materializza nel dilagare delle fibre nervose.
Diversamente, ogni trauma è un impedimento all’integrazione e limita le abilità adattive
del bambino, questo processo è trasmesso attraverso più generazioni, infatti attraverso
il nascente studio sulla regolazione epigenetica dell’espressione genica, si è notato che
essa sembra svolgere un ruolo importante nel retaggio di esperienze traumatiche tanto per
l’individuo traumatizzato quanto per i suoi figli.
In alcune ricerche il Dr M.Taicher ha riscontrato che le fibre neurali vengono danneggiate
nel trauma dell’attaccamento, in pratica il semplice inibire la connessione col bambino
mina l’integrazione nel cervello che avviene tramite sinapsi e reti nervose.
Se il cervello non è integrato la persona è inibita nelle funzioni della mente e nasce
la patologia. Difatti ogni funzione della mente, tipo il pensiero o l’intelligenza emotiva,
esprime un processo regolatore che integra le varie parti del cervello e purtroppo se c’è
abuso le fibre integrate vengono tragicamente compromesse.

Ad esempio, alcuni studi effettuati presso l’università Washington di San Luis, hanno
evidenziato che nei soggetti con disturbi maniacali mancano delle integrazioni di
specifiche fibre nervose. La schizofrenia è una compromissione della interazione, e così
anche l’autismo, in pratica è stato riscontrato che qualsiasi disturbo psichiatrico comporta
una compromissione nell’integrazione.

Anni di studi, ricerche e sperimentazione hanno portato Siegel ad affermare che la
relazione e la mente possano realmente cambiare il cervello, il nuovo paradigma per la
salute mentale deve focalizzarsi essenzialmente sulla relazione e sulla sua qualità.