Vi è mai capitato di sentire una delusione, o una solitudine, o un tradimento dei vostri affetti, così grande da voler smettere di sentire dolore per il resto della vostra vita?

Ci sono momenti dove basta anche una nostra reazione emotiva esagerata a farci desiderare di non volere più “sentire”, di volere staccarci dal nostro mondo emotivo.

Purtroppo spesso concretizziamo questi nostri maldestri propositi, impariamo a fuggire nei nostri intricati pensieri ogni qualvolta il corpo ci parla delle critiche che ci feriscono, di scelte, di ingiustizie che subiamo e di tanto altro. Può capitare di riuscire così bene da “tagliare fuori il nostro corpo dal collo in giù”, un po’ come il personaggio “il signor Duffy” della “Gente di Berlino”, che J.Joice descrive “come se vivesse ad una certa distanza dal proprio corpo”.

Ogni sentimento è un sofisticato mix di pensieri, sensazioni, percezioni e immagini mentali, frutto dell’elaborazione di segnali corticali e sottocorticali provenienti dal corpo. Come abbiamo più volte sperimentato, il dolore è soprattutto identificabile in sensazioni corporee, ecco che riuscire in qualche modo ad impedire a questi flussi di raggiungere la corteccia ci permette di staccare la spina. Non stacchiamo ovviamente il corpo ma bensì la consapevolezza del corpo e allora riusciamo nell’ardua impresa di eliminare i nostri sentimenti dolorosi e quindi di non soffrirne più!

 Il problema è che non si possono eliminare i sentimenti negativi e tenere quelli positivi!  

Il risultato di tutto ciò può essere la morte della vita emotiva e la fine della saggezza del corpo, questo stato oltre a dare la fastidiosa esperienza di essere in parte “anestetizzati, inibisce in modo drastico le nostre capacità sociali quali: l’empatia, la compassione,la solidarietà o anche solo il semplice piacere della relazione con l’altro. Inoltre inibisce la capacità di sentire i nostri bisogni che è fondamentale per compiere scelte.

Ma la cosa più significativa è che per quanto noi si decida di eliminare la consapevolezza di alcuni segnali corporei, alcuni ricercatori – Hassin, Uleman & Bargh dell’università di Oxford – hanno dimostrato che essi continuano pesantemente ad influenzare la nostra vita.

Difatti quante volte di fronte ad una scelta facciamo il tiro alla fune tra cuore, pancia e razionalità? Quante volte decidiamo ignorando l’integrazione tra tutti e tre?

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Quale è la soluzione?

A tal proposito i ricercatori dell’UCLA hanno scoperto informazioni molto interessanti:

  1. Un’area molto importante del cervello per regolare i flussi di informazioni dal basso all’altro, che mette in connessione la corteccia con l’area limbica è la CAC o corteccia del cingolato anteriore
  2. Quest’area modula la nostra consapevolezza dei segnali del corpo in relazione alla nostra vita e soprattutto alle nostre relazioni sociali
  3. Iinoltre regola il focus della nostra attenzione. Quando l’attenzione si focalizza, più aree del cervello si integrano insieme lasciando i flussi di informazione più liberi di scorrere lungo le vie corticali e sottocorticali.

E’ proprio quest’ultima informazione a rivestire un’importanza determinante per noi e per la nostra salute. L’attenzione è una chiave per riportare allo stato di “integrazione naturale” i flussi di informazioni provenienti dal corpo attraverso la consapevolezza di essi. L’attenzione può quindi restituirci l’infinito bagaglio di saggezza proveniente dai segnali del corpo che è fondamentale per il nostro pensiero e per le nostre relazioni.

Infatti provate a pensare quanto possono influire ad esempio rispetto sulla sessualità! Quante volte vi è capitato di sentire di non fidarvi di qualcuno o di sentire una tensione che non vi permette di lasciarvi completamente andare?

Oggi varie ricerche hanno dimostrato che l’attivazione mirata dell’attenzione permette la connessione il cervello sinistro col destro in aree specifiche deputate alla consapevolezza

In pratica allenando l’attenzione alleniamo la consapevolezza e possiamo nuovamente accedere alla saggezza del nostro corpo.

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Come cominciare? 

Ci piace potervi dare un assaggio delle infinite possibilità della mente e del cervello invitandovi a sperimentare le seguenti tecniche. Pochi minuti al giorno di “Neurofitness” posso davvero cambiare la vita!

• Body scan
Vogliamo indicarvi una pratica molto semplice ma molto efficace per facilitare l’integrazione corpo – mente, il Body scan. Si tratta di portare l’attenzione ad alcune sensazioni provenienti da alcune aree specifiche del corpo, in particolar modo l’area che va dal collo alla zona pelvica.  Chiudete gli occhi per pochi minuti e lasciate che il flusso di informazioni corporee arrivi dolcemente alla vostra attenzione, dando così modo alla vostra mente di regolarlo per averne consapevolezza. Cercate di non spostare l’attenzione dalle sensazioni in modo da evitare il meccanismo di rifugiarvi nei vostri pensieri

• Colori, sentimenti ed emozioni
In questo caso esploriamo la connessione  tra gli stati mentali e la reazione del corpo. Ci basta metterci in una stanza buia con un PC. Ponete sullo schermo delle immagini monocromatiche, ad esempio lo schermo tutto rosso o tutto viola. A questo punto mentre lasciate che il colore stimoli la vostra mente provate a focalizzare l’attenzione sulle reazioni somatiche del vostro corpo. In questo esercizio oltre alle sensazioni corporee potreste cominciare ad avere una consapevolezza di esperienze più complesse come i sentimenti che ogni colore stimola.

Buon lavoro cari lettori!!!

 

 


Bibliografia:
Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale
Siegel Daniel J. Raffaello Cortina, 2011
Mindfulness e cervello
Autore Siegel Daniel J., Raffaello Cortina, 2009
Psicoterapia dell’attaccamento
Autore D.J.Wallin, Il Mulino, 2009